Cronache dalla valle



Autore: Antonio G. Bortoluzzi
Editore: Biblioteca dell'immagine
Pagine: -
Anno: 2010
Prezzo: € 11


Ho amato questo libro, molto, ed ora recensirlo, mantenendo quel minimo di obiettività che ne garantisca la credibilità, non è facile.
Si tratta di una serie di racconti, sedici per la precisione, brevi, intensi, dolci e durissimi nello stesso tempo, facili da leggere.
Prendete i film: L’albero degli Zoccoli ed il Segreto del Bosco Vecchio di E.Olmi, o se preferite per quanto riguarda il secondo film, l’omonimo libro di Dino Buzzati da cui è tratto, prendete La Notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani; agitate, chiudete gli occhi e viaggiate nei ricordi riassaporando le atmosfere intense del dopoguerra, della campagna povera ma madre di ogni cosa, ripensate ai profili dei personaggi, semplici, asciutti e ruvidi temprati dalla vita, ripensate alla loro dignitosa ed austera esistenza ma non per questo meno carica di umanità e solidarietà; rivivete gli odori, i profumi e perché no le puzze nauseabonde che certi spaccati di quei film vi hanno fatto assaporare come se foste lì, sulla scena, e Cronache dalla valle è fatto.
Antonio G. Bortoluzzi, alla sua prima opera, ma già conosciuto e segnalato in vari concorsi letterari, ha fotografato con una penna vivace ma essenziale ed estremamente realistica, degli spaccati di vita della sua valle d’origine, quella d’Alpago in provincia di Belluno, ambienta doli nell’immediato dopoguerra.
E’ un ritratto dovuto alla sua fervida fantasia ma di certo basato ed appoggiato sulle tradizioni rurali e montane tramandate dai “vecchi” della sua valle.
Ne escono storie lineari, tratteggiate con semplicità a volte esasperata, basate su dialoghi asciutti e “coloriti” dal vernacolo locale, momenti di vita che fu, di rapporti umani intenti a superare la solitudine  o le difficoltà dovute alla sopravvivenza. Chi non ha provato tenerezza nei racconti dei nostri vecchi, quando l’unica cosa che contava era arrivare al giorno successivo ma lo si faceva insieme alla comunità di quando tutti erano al servizio dell’uno e l’uno al servizio di tutti?
E allora lasciatevi prendere da questi personaggi, e dal modo come sono raccontati; da Cencio detto Fulmine durante la resistenza, impietosito  nel dover eseguire una pena capitale verso una spia, da Amelia che si cura e si prepara con cura e solo nelle ultime righe capisci che va all’appuntamento con la sua morte che porrà fine ad una vita di desolante solitudine, da Iaco che se ne andava solitario a salutare la salma del fratello ma che con cinico pragmatismo lo faceva solo per recuperare delle scarpe buone che al fratello non sarebbero più servite, e da Nino e Ciano che hanno passato una vita a fare dispetti ai vecchi del paese e sempre da Ciano che si sentiva adulto quando cavalcava Spagna, la sua cavalla, e di come da adulto ha vissuto la sua soppressione.
Ed i caratteri di tutti tratteggiati con puntigliosa precisione,  i dialoghi stretti, vivaci, veri, essenziali e ruvidi; immagini di un tempo che fu ma che tutti noi abbiamo perfettamente dentro, ci catapultano indietro di mezzo secolo ed anche di più.
Un libro che più che da racconti è formato da una serie di camei, da istantanee della storia dignitosa della civiltà contadina del tempo andato.
Dolcissimo e duro, da leggere lentamente, da vivere e riflettere. Un’autentica sorpresa , una chicca da non perdere.

Editore: Biblioteca dell’imagine
Autore: Antonio G. Bortoluzzi
ISBN: 978-88-6391-046-9

1a edizione: Novembre 2010
Scritto da: Doriano


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