Un sogno chiuso da tempo nel cassetto si è finalmente avverato con questa bella escursione alla cima più elevata delle Dolomiti!!
Pur avendo familiarità con la progressione sui terreni che avrei incontrato e di cui avevo ampiamente letto per meglio
prepararmi, ho preferito affidarmi all’organizzazione delle guide alpine della Val di Fassa e debbo dire che è stata una
scelta azzeccata sia per affrontare l’intero percorso nella massima sicurezza, a vantaggio delle numerose divagazioni
fotografiche, ma anche per l’utile apporto didattico fornito dalla nostra guida nel corso della giornata dove ho potuto
apprendere e mettere in pratica alcune nuove nozioni.
La via “normale” per raggiungere Punta Penia si sviluppa attraverso ambienti tra di loro diversi che nel loro insieme
costituiscono un concentrato di vera alta montagna.
Fino allo scorso anno era possibile coprire il primo tratto utilizzando la cestovia dal Lago di Fedaia a Pian dei
Fiacconi che ora è stata dismessa e quindi l’escursione prende avvio a piedi dall’ampio parcheggio sterrato che si
affaccia subito sopra al lago. Con una salita inizialmente tra macchia e rocce e poi su un vasto brecciaio si raggiunge
il rifugio adiacente la stazione di arrivo dell’impianto dismesso e da lì inizia la via di avvicinamento al ghiacciao.
Si procede superando delle placconate di liscia roccia che attraverso alcune balze conducono alla base del ghiacciaio
al quale si accede per mezzo di un primo piano inclinato di ghiaccio vivo che può essere affrontato anche con soli
ramponi e piccozza ma che è stata l’occasione per apprendere l’allestimento della via con l’ausilio delle viti da ghiaccio.
Superata questa prima rampa si accede al vasto catino dove sono presenti alcune piste prodotte dal calpestio (nella stagione
estiva considerevole) che con una lunga salita in leggera e costante pendenza attraversano il ghiacciaio sino a raggiungere
un inciso canale che si supera con un breve tratto di ferrata. Nella parte alta del catino glaciale ed al termine si presentano
alcuni crepacci la cui conformazione si modifica in funzione dei “movimenti” del ghiacciao ma il cui superamento, almeno nel
nostro caso, si è rivelato tutto sommato agevole.
Superato il tratto attrezzato ci si trova di fronte ad un vasto piano inclinato, la Schena de Mul, che conduce senza particolari
complessità al pianoro sommitale dov’è posta la croce di vetta. L’arrivo su questa cima è, come immaginabile, denso di tante
emozioni per ciò che la Marmolada simbolicamente rappresenta per gli appassionati di montagna, ed ancor più per chi non è avvezzo
all’alpinismo ed alle alte quote.
Purtroppo, unico neo in un’escursione per il resto formidabile, all’arrivo sulla cima un manto di dense nebbie ha repentinamente
occupato il cielo nascondendo alla vista un panorama che sarebbe stato senza dubbio mozzafiato ... pazienza, un piccolo rimpianto
in parte compensato con la piacevole sosta al rifugio Capanna Punta Penia per scaldarsi un pò visto che in pochi attimi il meteo
aveva assunto delle tinte tardo autunnali. Per il resto, come detto, la salita a Punta Penia è stata davvero un’esperienza indimenticabile!!