Le Veticole

Un ambiente selvaggio sotto le guglie del Prena


Semplice escursione ad una cima secondaria nel gruppo del Gran Sasso attraverso ambienti isolati caratterizzati dalle continue attività erosive dell’acqua che a fine inverno e con i temporali scende in grandi quantità dalle cime sovrastanti. Quella delle Veticole è una cima che se solo si trovasse in un altro luogo apparirebbe forse come una vetta degna di tutto rispetto, mentre essendo situata immediatamente sotto alle rocce del ben più alto Monte Prena appare dalla piana di Campo Imperatore come docile e verde collina a portata di mano per una breve ma interessante escursione. Si può salire alla cima sia dal versante occidentale che dal lato ad est e probabilmente quest’ultima è la scelta migliore perché prevede l’attraversamento per un buon tratto della Fornaca, un profondo canale di drenaggio delle acque che si va via via insinuando sotto alle pendici rocciose della lunga cresta che unisce il Monte Prena al Camicia con l’attraversamento di ambienti singolari e suggestivi. L’escursione prende avvio all’inizio della sterrata che parte dall’asfalto poco prima della Fonte Vetica e che traversa con un lungo rettilineo Campo Imperatore fino a portarsi a ridosso di una vecchia cava dismessa i cui edifici sono ancora ben visibili sulla destra, proprio alla base del ripido versante del Monte Camicia che dà su Campo Imperatore. Dopo circa due chilometri e mezzo la sterrata curva a destra e poco prima dell’attacco del sentiero che si inerpica al Vado di Ferruccio la si lascia; salendo per prati si arriva sino ad affacciarsi sul bordo che dà sulla parte finale del canalone della Fornaca: l’impatto visivo è subito interessante per il forte contrasto tra il chiaro del “fiume” di sabbia e ghiaia ed il terreno circostante. Si intercetta una traccia di sentiero inizialmente ben marcata che segue il canalone mantenendosi alto sulla sinistra orografica; camminando si possono osservare i risultati dell’incessante attività erosiva a cui questo canyon nostrano è sottoposto ogni qual volta che l’acqua scende, sia per il disgelo che per i temporali che all’improvviso si abbattono non di rado su queste montagne: un vasto sistema di canali naturali raccoglie l’acqua che cade su tutto l’anfiteatro roccioso sovrastante ed innumerevoli rivoli vanno a costituire il breve ed occasionale corso d’acqua che si riversa su Campo Imperatore trascinando con se sabbia e ciottoli. Si prosegue a camminare tra rocce e massi levigati che custodiscono piccole pozze d’acqua cristallina sino ad attraversare attorno a quota 1.750 il letto del canale e riprendere il sentiero che si snoda sull’altro lato proprio al di sotto della tozza collina sovrastata dalla Cima delle Veticole; il sentiero punta diritto verso la sella ben visibile che separa le Veticole dalla base del Monte Prena. La salita procede senza difficoltà fino a portarsi sull’ampia sella alla base della Cima delle Veticole che da quel punto si raggiunge in breve con un ultimo tratto su prati: la cima di per sé non è particolarmente rappresentativa, a parte il fatto di essere un “2.000” compreso nel novero delle cime che ogni buon appenninista deve calcare .. prima o poi!! Piuttosto dal punto più elevato delle Veticole si ha un panorama molto ampio sulla piana di Campo Imperatore ed anche una bella veduta sul complesso del Prena e dell’Infornace che incombono con le loro pareti fatte di intricatissime rocce; vale la pena se non si ha fretta starsene seduti un pò con un binocolo in mano per “curiosare” a distanza ravvicinata sui canali, torrioni e pinnacoli di roccia tra i quali si snodano alcune vie con varie difficoltà alpinistiche. Per la discesa in alternativa alla via fatta all’andata oppure risulta molto piacevole attraversare a vista i comodi prati delle Veticole; alcuni ometti dislocati lungo il crinale indicano la via per scendere direttamente al piano ma conviene tenersi più sulla sinistra per portarsi sul bordo del canale della Fornaca che senza dubbio regala degli interessanti punti di vista, in particolare verso il Monte Camicia da cui scendono diversi canaloni. Scendendo ancora per un breve tratto ci si può calare nel mezzo del vaso letto di sabbia lungo il quale si cammina ancora per un pò fino a raccordarsi alla sterrata fatta all’andata e tornare al punto di partenza. L’escursione descritta, molto facile ma non di meno interessante per i diversi ambienti che si attraversano, è sicuramente alla portata di tutti con una lunghezza di circa 12 chilometri parte dei quali lungo la comoda sterrata ed un dislivello in salita di poco superiore a 500 metri.