Sibillini settentrionali - Sulla cresta erbosa della Cima di Vallinfante fino al massiccio del Bove


Escursione sulla dorsale che dalla base del Monte Porche si estende a nord fino al Monte Bove, attraverso panorami mutevoli verso alte cime e profonde vallate.

Cima Vallinfante (2.113) Cima di Passo Cattivo (2.065) M. Bove Meridionale (2.169) Monte Bicco (2.052)

Agosto 2013, partecipanti Giacomo e Giorgio

E da un pò che si pensava a questa lunga passeggiata in quota per poter osservare da prospettive nuove un buon numero di cime, alcune delle quali già visitate .. e sì perché le montagne non sono solo gratificanti da salire ma anche molto belle da osservare dai diversi punti di vista ed ancor più, se si riesce, nell’alternarsi delle stagioni quando ogni aspetto del panorama si trasforma.
L’avvio è dal parcheggio degli impianti di M.Prata da dove parte la comoda sterrata che raggiunge in poco più di due chilometri la Fonte delle Iumenta; già da questo primo tratto quasi pianeggiante e a larghe svolte si ha una buona visuale d’insieme sul percorso che ci attende dalla base del Porche sino al M. Bicco.
Arrivati alla fonte si prende il sentiero sulla sinistra che con qualche tornante ed una discreta pendenza porta sino ai primi contrafforti del Porche; a quota 2.000 circa ad un bivio si va a sinistra (a destra si prosegue verso il Palazzo Borghese) sino a portarsi a ridosso del crestone erboso che si stacca verso nord-ovest già in vista della Cima Vallinfante. Qualche modesto sali-scendi e si giunge alla base di questa prima cima, si lascia il sentiero e si punta a nord per risalire i circa cento metri che separano la sella dall’ometto sommitale: una volta sopra si può apprezzare un bel panorama a 360 gradi e si vede bene la vetta affilata della Sibilla che spunta da dietro la cresta di Vallelunga. Oltre al valore intrinseco del luogo questa cima sancisce in quest’occasione un importante traguardo per Giacomo che con Vallinfante raggiunge infatti quota 100 vette, guadagnando così una prima importante attestazione della sua attività di montanaro!! E’ allora spontaneo un forte abbraccio tra due amici ormai affiatati da tantissima strada percorsa assieme su e giù per l’Appennino.
Per riprendere il sentiero la via più sbrigativa è scendere lungo i prati scoscesi a lato ovest per poi proseguire in direzione nord verso Passo Cattivo; ancora una volta si lascia il sentiero per risalire la breve china verso la cima omonima che si raggiunge agilmente e da cui si una bella vista sull’ampia vallata sottostante che via via si va a stringere sempe più in basso sino a confluire nella stretta gola dell’Infernaccio. Sopra, molto più in alto, il Berro e la Priora chiudono l’orizzonte con le loro rispettabilissime altezze.
Circa duecento metri di discesa separano la Cima dal valico in un tipico ambiente di pascoli d’altura con prati verdissimi e placidi ruminanti a perdita d’occhio!
La salita dal Passo Cattivo al M.Bove Sud si svolge a vista lungo tutto lo spigolo meridionale, abbastanza ripida ma con pendenza regolare e così in breve si è sulla vetta da cui finalmente si apre la vista sul complesso del monte Bove e della profonda valle omonima: davvero di grande soddisfazione, in particolare il Bicco roccioso ed impervio, probabilmente il “pezzo” di montagna più bello dell’intera escursione.
Unica nota stonata in tale scenario sono gli orribili manufatti della funivia in abbandono: enormi tralicci da cui penzolano centinaia di metri di cavo e la stazione di arrivo, enorme e triste, posizionata in un punto della cresta altrimenti bellissimo … non è che sia l’unico caso ma è certamente il più brutto ed impattante degli Appennini centrali.
Le due cime, sud e nord, sono separate da una lunga cresta a ferro di cavallo che aggira per intero l’omonima vallata sottostante per terminare poi alla Croce di M.te Bove: è una bellissima e comoda passeggiata in quota immersi in ampi scenari in tutte le direzioni e da lassù ci si può fare una buona idea di questa parte dei Sibillini, in particolare verso la Forcella del Fargno e tutte le vette che sono li attorno.
Una volta raggiunto l’avvallamento che è subito alla base non ci è stato possibile salire sulla cima del Bove Nord che nella stagione estiva è interdetta per tutelare il ripopolamento dei caprioli programmato dal Parco, anche se (e questa sembra strano) si può liberamente circolare sul sentiero attorno e subito sotto alla cima fino alla Croce, il che rappresenta comunque una forma di antropizzazione che dovrebbe in teoria disturbare i timidi animali. Comunque ci è stato spiegato da un volontario addetto al presidio di quell’area che con l’arrivo della stagione fredda ha luogo la rotazione delle zone interdette e quindi a partire da inizio novembre salendo dalla Val di Bove è possibile raggiungere anche la cima più a nord .. e così ci siamo già figurati una bella uscita da mettere in cantiere con i primi freddi partendo da Frontignano!
Appena rammaricati per il divieto, e dopo una lunga conversazione su tematiche montanare con il volontario, abbiamo preso la via del ritorno con prossimo obiettivo il Monte Bicco; non ci sono scorciatoie ed è necessario ripercorrere i quasi tre chilometri fino al Bove Sud e da lì prendere il sentierino che in cresta scende rapidamente fino a portarsi sulla selletta subito sotto all’ultima meta di questa odierna escursione.
Il Bicco è una cima “piccola” ma molto intrigante, finalmente si calca un pò di roccia dopo ore ed ore di creste a prato! Tra tutte particolarmente interessante è la vista sul circolo glaciale al di sotto del Bove Sud, un arco perfetto di rocce e brecciai che scendono a precipizio per qualche centinaio di metri; molto suggestiva è anche la cresta rocciosa ed affilata che si stacca dalla cima e scende ripida a nord verso la Val di Bove; indubbiamente è una zona dove varrà la pena farsi un bel giro quando ci sarà un pò di neve!
La via del ritorno è obbligata e con un lungo traverso, perdendo quota gradatamente, ci portiamo dalla sella sotto al Bicco sino ad intercettare la carrozzabile che sale al Passo Cattivo, proprio nei pressi del valico: da quel punto non resta che ripercorrere i passi dell’andata il che comunque dà ancora delle soddisfazioni dal punto di vista paesaggistico: di fronte sono infatti le vette più alte dei Sibillini ed il sole, che nel frattempo si è spostato ad ovest, dà nuova luce alla vetta della Sibilla che ora finalmente emerge da dietro la lunga cresta nel suo colore rosato, praticamente unico.

La lunga passeggiata appena descritta si sviluppa per ampie creste e vallate e consente una visione ravvicinata di un ampio quadrante dei monti Sibillini, indubbiamente un’opportunità per acquisire una buona conoscenza di quei luoghi.
I sentieri sono sempre ben evidenti e segnalati, in particolare nella zona di monte Bove che è la più turistica; una carta dei Monti Sibillini risulta comunque utile quanto meno per dare un nome alle numerose cime e valli che si attraversano o si avvistano lungo il percorso.
In tutto sono poco più di 25 chilometri per circa 1.500 metri di salita per via sali-scendi che si incontrano per la strada.