Il Monte Palombo, la montagna a sentinella del Parco.


Pur non raggiungendo una quota molto elevata la salita aI Monte Palombo è per l’escursionista di discreta soddisfazione, sia per gli ambienti attraversati che per la bella passeggiata sulla lunga e panoramica dorsale che precede da nord la vetta. Si può salire al Palombo seguendo diversi itinerari all’ombra dei boschi che salgono fin sotto la cima; volendo conoscere al meglio l’orografia di questa zona - un pò fuori dagli itinerari più frequentati attorno a Pescasseroli - nella bella stagione è meritevole anche il lungo giro ad anello che dalla fonte arriva al piano di Terregna quindi scavalca il Palombo salendo per la cresta nord-est e poi scendendo lungo quella nord-ovest. In alternativa si può affrontare la salita seguendo una via più breve e diretta che percorre integralmente la dorsale nord-ovest della montagna. Ancora con il vivo ricordo della recente sfacchinata nella neve fresca e abbondante nei boschi a valle sotto all’Argatone, con Giacomo questa volta scegliamo proprio la salita diretta più aperta, priva di accumuli e oggi con neve che si presenta a tratti ben gelata. Lasciata l’auto sullo slargo di fronte alla Fonte della Padura ci avviamo verso un piccolo gazebo in legno del Parco dove inizia il sentiero Z2. In questo giorno di inizio primavera questo primo tratto si presenta come zona umida ricca di innumerevoli sorgenti e piccoli ruscelli; la stessa vena che alimenta la fonte è così colma di acqua tanto da non riuscire a trattenerla e fuoriesce un pò dovunque tra le fessure nei muretti circostanti. Il sentiero presenta una discreta pendenza iniziale con cui si guadagnano in breve 2-300 metri di quota all’interno della fitta faggeta; la presenza di segnavia sugli alberi è costante e permette di non perdere la giusta direzione anche in presenza di molta neve; superata la parte iniziale il percorso diviene più intuitivo via via che la dorsale si restringe e quindi non si può proprio sbagliare! Si lascia il sentiero Z2 a quota 1.600 circa e si tira dritto lungo la dorsale che sale con discreta pendenza fino ad uscire su alcune radure sempre più ampie frequenti sino ad uscire definitivamente dal bosco attorno a quota 1.800 in vista di un grande ripetitore che si trova su un bel pianoro molto panoramico. Superato il ripetitore la pendenza si riduce sensibilmente e, sempre proseguendo sulla dorsale, si arriva in breve all’antecima del Monte Palombo, che risulta più bassa solo di una manciata di metri. L’azione del vento nella nevicata di qualche giorno fa ha creato diverse cornici che si protendono nel vuoto in più punti della cresta sommitale: con cautela attraversiamo un varco e ci portiamo sotto la cornice (cioè non proprio sotto … ma comunque molto vicino) per osservare meglio queste possenti e precarie formazioni. La parte sommitale di questa montagna è davvero bella e, grazie all’isolamento del Palombo rispetto agli altri massicci del Parco, consente una visuale sorprendentemente libera verso ogni direzione. Dall’anticima si prosegue in direzione sud, si scende ad una sella poco marcata e finalmente si è sulla vetta dove ci attende un gratificante mucchietto di pietre! Da questo felice punto di osservazione, magari con l’aiuto di un binocolo e la carta del Parco alla mano, si può passare piacevolmente del tempo a consolidare le proprie conoscenze della parte più centrale del PNALM; tra i tanti monti circostanti il Marsicano è sicuramente quello che si può apprezzare meglio data l’estrema vicinanza in linea d’aria dalla cima del Palombo. Dopo una lunga sosta e qualche foto ricordo sulla cima, con gli occhi pieni del bianco della neve e del blu del cielo Giacomo ed io prendiamo senza fretta verso la via del ritorno archiviamo così un’altra bella escursione sulla neve!