Monte Prena (2.561 m) per la via normale


La salita al Monte Prena per la via normale consente l’avvicinamento ad uno degli ambienti più rocciosi e spettacolari del Gran Sasso senza richiedere particolari capacità tecniche ma solo un pò di allenamento per superare i quasi 1.000 di dislivello che separano Campo Imperatore dalla vetta.
L’attacco del sentiero si trova quasi al termine della strada bianca che si incontra nei pressi del trivio che porta da un lato alla Fonte Vetica e dall’altro a Castel del Monte. Non ci si può sbagliare poiché si tratta di un lungo rettilineo in piano che punta diritto verso il M. Prena.
La sterrata è transitabile con un pò di accortezza in auto per circa 2,5 chilometri (situazione ad agosto 2012) anche se, avendo la possibilità di arrivare in zona alle prime luci del giorno, vale sicuramente la pena di percorrerla a piedi per ammirare appieno le luci ed i colori che progressivamente infiammano i contrafforti rocciosi della montagna.
Si segue la sterrata fino ad uno slargo dove sono un paio di massi erratici ed una costruzione sulla destra; una traccia nell’erba costeggia la casetta e dopo una breve salita intercetta di novo la strada bianca in corrispondenza di un ben visibile scolo per l’acqua: da quel punto inizia il sentiero vero e proprio che rimarrà ben segnalato lungo tutto il percorso da bandierine gialle e rosse.
Superato un primo dosso erboso la visuale comincia ad aprirsi sulle pareti ad est del Prena e si entra in un ampio anfiteatro attraversato da diversi fossi che ad uno ad uno si superano guadagnando progressivamente quota: l’ambiente è severo e dovunque si guardi vi è solo roccia - bellissima nei colori dal bianco al rosa - e sono evidenti gli effetti delle attività di erosione operate da veri e propri torrenti che qui scendono in caso di temporali. Il continuo lavorio dell’acqua va poi ad alimentare il vasto sistema di canali di ghiaia che attraversano più a valle Campo Imperatore.
La salita prosegue abbastanza regolare e dopo un breve strappo ed un traverso in direzione ovest si giunge al Vado di Ferruccio a quota 2.233 segnato da una piccola targa in metallo; il Vado merita sicuramente una sosta in considerazione dei vasti panorami che finalmente offre dopo la lunga salita, in particolare è possibile abbracciare con lo sguardo l’intera piana del teramano fino alla costa dell’Adriatico.
Dal Vado di Ferruccio il sentiero prosegue ancora verso ovest, attraversa una piccola depressione, e quindi torna a salire con più decisione fino ad affacciarsi su un piccolo e suggestivo pianoro sovrastato dal versante nord del Monte Prena; siamo su un balcone a quota 2.350 compreso tra la mole del Prena da un lato e ripidi strapiombi verso valle dall’altro;  da qui con un pò di fortuna è possibile avvistare i camosci.
Gli ultimi 200 metri di quota sino alla vetta si sviluppano su di un piano inclinato roccioso che non presenta difficoltà particolari ma va solo affrontato con un po’ attenzione, specie nei tratti dove la breccia rende il terreno sdrucciolevole; ad ogni modo numerosi bolli gialli e rossi tracciano la retta via.
Dopo un ultimo avvincente tratto di salita si sbuca su una breve cresta dove ad attenderci poco più in là c’è la sospirata croce di vetta!
Il panorama è ovviamente notevole in ogni direzione, in particolare verso ovest dove si snoda sotto di noi la cresta tormentata che arriva sino al Brancastello e, ancora oltre, è la mole del Corno Grande; diciamo che ci si può fare una buona idea visiva del tratto centrale - il più impegnativo e spettacolare - del Sentiero del Centenario e chissà… cominciare a farci un pensierino per il futuro!