Due giorni in Majella e la magia dei colori dell’alba vissuta dal Rifugio Manzini

 

L’idea di fare una full immersion sulla Majella era nei pensieri da tempo, del resto è il sogno di ogni vagabondo dei monti, quello di visitare i magici luoghi della Madre Majella.
La convinzione si intensifica dopo il racconto e le foto dell’amico Diego (Montanaro), che ha condiviso con tutti noi la sua personale esperienza di Maiella.
In previsione di una finestra meteo favorevole, in pochi giorni pianifico questa due giorni, in accordo con mio cugino Roberto, anch’egli molto eccitato dal progetto.
Arriviamo venerdi sera 7 settembre e pernottiamo a S.Eufemia, dopo aver gustato una prelibata minestra di fagioli all’albergo Parco della Majella.
Al mattino nubi sottili coprono il cielo, ma siamo confidenti e partiamo di gran lena alle 07:45 dalla Rava del Ferro.
Dopo un’interminabile ascesa, alle 10 siamo al cospetto del Pescofalcone, e dagli scenari che si aprono ai nostri occhi già pregustiamo quello che ci aspetterà per i due giorni, distanze ed emozioni a non finire, sino al culmine con il Monte Amaro.
Il progetto prevedeva di solcare le cime della parte Nord-Est fino alle Murelle, e cercare di bivaccare in tenda nella valle delle Mandrelle sotto Cima Pomilio, per poi proseguire il giorno successivo verso il S.Angelo.
Invece prima che faccia sera riusciamo a visitare anche le spettacolari torri del S.Angelo e per le 17:30 siamo al Rifugio Manzini, dove troviamo un escursionista tedesco che pernotterà insieme a noi.
Ci svegliamo sotto i colori magici dell’alba del Manzini, di fronte l’imponenza dell’Acquaviva, dietro i torrioni rossi dell’Amaro: un turbinio di emozioni.
Si parte verso le 07:30 in direzione delle ultime cinque cime da visitare, Cima dell’Altare, Altare dello Stincone, Macellaro, Fondo di Maiella e dulcis in fundo, l’Amaro.
Anche oggi portiamo un buon ritmo, e, con lo zaino che finalmente inizia ad alleggerirsi, raggiungiamo i luoghi più meridionali dell’anello, i meravigliosi canyon della Cima dell’altare e dello Stincone.
L’ultimo tratto è un bel saliscendi per la valle di Femmina Morta, con il Macellaro e la Cima di Fondo di Majella. A questo punto abbiamo lassù il nostro ultimo obiettivo, la vetta della Madre Majella, l’Amaro.
Risaliamo spediti la valle della Femmina Morta e alle 14 siamo sulla cupolina rossa del Pelino, tra una folla di persone. Dopo le foto di rito e uno spuntino, prendiamo subito la via della Rava del Ferro, anche perchè dopo due giornate passate nella solitudine e silenzio non eravamo più abituati a risate e schiamazzi.
Imbocchiamo un canalino all’apparenza differente dall’andata, poi la ripida discesa di ghiaia ci torna familiare, e arriviamo finalmente all’auto, colmi di soddisfazione per la bella passeggiata sulle magiche cime e valli della Madre Majella.

Dati riassuntivi dell’escursione:
Regione e località: Abruzzo, Parco Nazionale della Majella
Località di partenza: S.Eufemia a Majella, Riserva della Lama Bianca
Località di arrivo: S.Eufemia a Majella, Riserva della Lama Bianca
Tempo di percorrenza: 2 giorni
Chilometri: 41 Km
Descrizione delle difficoltà: resistenza prolungata alla fatica, assenza di acqua in quota.
Dislivello:  2950 mt
Quota massima: Monte Amaro, 2793 mt