Il sentiero del Centenario - Gran Sasso d'Italia

L’idea di fare il Sentiero del Centenario la tira fuori un amico di Avventurosamente, Giuseppe Maiellaro, sull’onda dell’entusiasmante esperienza della traversata occidentale del Gran Sasso da campo Imperatore a passo Capannelle, fatta un mese prima. Purtroppo defezioni causate da vari motivi riducono il gruppo a tre, Luca, Francesco ed io. Pernottiamo al B&B Gransasso di Filetto, “ridente” località a ridosso della piana di Campo Imperatore, ridente perché per arrivare a destinazione sembrava di percorrere un sentiero di montagna, tanto erano contorte e strette le viuzze del piccolo borgo. Scherzi a parte, la scelta si è mostrata azzeccata, poichè attraverso una stradina che parte dalla frazione, in una mezz’oretta abbiamo raggiunto l’attacco del sentiero. Altra nota positiva di fine giornata, Davide del B&B Gransasso ci ha fornito al termine della giornata il servizio di navetta da Fonte Vetica al punto di inizio del sentiero. Ci svegliamo alle 05:30, con una vivace brezza, che ci avverte sul bestiale vento che ci accompagnerà per l’intera giornata. Il Centenario, si è detto tutto o quasi su questo sentiero, profilo di cresta, tratti attrezzati, grandi panorami, vento costante, grande impegno. Ma la letteratura non rende l’idea delle sensazioni che si provano percorrendolo. Come il cammino che inizia con le dolci colline dei primi metri, che sembra ti sussurrino il bello che sta per arrivare. Più che un sentiero è un'esperienza, nel senso ampio del termine. Srotolando la bobina della giornata, si rivedono i fotogrammi di un’avventura entusiasmante; nel suo svolgimento c'è un po' di tutto, un'unica grande summa che racchiude in circa 19 km davvero tutto quello che un escursionista può trovarsi davanti. Un opera lirica, fatta di parti, atti, arie, movimenti... fino al gran finale corale del Camicia con il suo infido canalino! La prima tappa è Vado di Corno, dal quale girandomi indietro ammiro con tutta la sua maestosità la parete orientale del Corno Grande, mentre davanti in direzione del Brancastello sono già visibili le Torri di Casanova e il Prena. Il vento che sale dalla piana di Campo Imperatore è bestiale, cerchiamo quindi di camminare sul versante Teramano. Prima di iniziare la progressiva salita al Brancastello facciamo una scappata sul Pizzo San Gabriele, dove troviamo altri collezionisti di 2000! Raggiunto il Brancastello lo spettacolo delle guglie di cresta che partono dalle Torri fino al Prena è impagabile, ma nulla in confronto ai momenti in cui ci sei immerso. La ferratina della prima Torre di Casanova è divertente, soprattutto in discesa. Man mano che procediamo nella parte centrale del percorso, l’ambiente si fa più selvaggio e di grandiosa bellezza. E si affacciano ai nostri occhi le guglie scultoree dell’Infornace e, sullo sfondo, il Prena. Superiamo di slancio la Forchetta di S.Colomba e iniziamo ad arrampicare l’Infornace. Il paesaggio è desolato, le rocce diventano ostili, tormentate, la costanza nella concentrazione. Ogni tanto lo sguardo è rivolto alla parte già percorsa e il colpo d’occhio è notevole. Sono vive le rocce, nella loro instabilità, nella plasticità delle forme, si instaura nell’arrampicare una sorta di contatto intimo con esse. La fatica e l’ansia, la gioia e la soddisfazione si fondono con l’ambiente. Si susseguono tratti attrezzati e momenti di arrampicata libera, mai difficoltosi , ma nei quali bisogna sempre mantenere alta l’attenzione e la serenità. Superiamo quindi la cima dell’Infornace e rangiungiamo il Prena, dove ci fermiamo per mangiare qualcosa. Di fronte a noi l’ultima fatica, il Camicia. La discesa dal Prena è tutta un brecciaio fino a Vado di Ferruccio, ma l’emozione dei momenti passati e l’attesa dell’ascesa al Camicia annullano tutte le fatiche accumulate. La cresta percorsa finora appare a questo punto sempre più suggestiva. L’ultimo tratto di salita al Camicia richiede particolare attenzione. Prima si deve affrontare un breve passaggio dove manca la corda, poi qualche passaggio su placca di I-II grado, e infine il canale franoso, dove bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi. Il rischio di muovere sassi è molto elevato e si richiede il massimo controllo dei movimenti. Il culmine con la cima del Camicia, in un tripudio alla montagna! A questo punto ci attende una lunga discesa, che sembra interminabile, tanto siamo stremati, non di fatica, ma di emozioni vissute in questa domenica 15 di Luglio 2012. Ringrazio di cuore Luca e Francesco per aver condiviso con me questa speciale giornata. Dati sull’escursione: Regione e provincia: Abruzzo, L’Aquila Località di partenza: Vado di Corno, Piana di Campo Imperatore, sterrata sul curvone prima dell’albergo di C.I. Località di arrivo: Fonte Vetica Tempo di percorrenza: 10.5 ore soste comprese Chilometri: 19.5 Descrizione delle difficoltà: passaggi di I e II grado con tratti attrezzati e non Dislivello in salita: 1560 mt Quota massima: 2564 mt (Camicia)